L’innovazione del padrone delle ferriere
Martedì 5 marzo abbiamo parlato di:
- licenziamenti a Bari
- la situazione dei/delle lavoratori/trici ATA precari
- supplenti temporanei senza stipendio
L’innovazione del padrone delle ferriere
Martedì 5 marzo abbiamo parlato di:
L’ALTERNATIVA PER I PRECARI
Martedì 19 febbraio abbiamo parlato di:
Scarica il volantino in PDF e diffondilo nella tua scuola e nella tua città!
Il movimento delle scuole dello scorso autunno ha reclamato il diritto ad un’istruzione di qualità per tutte e tutti, contrastando l’ennesimo progetto di tagli alla scuola, attraverso l’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario, avanzato dal governo Monti e di aziendalizzazione degli istituti, attraverso la cancellazione degli organi collegiali avanzata nel Ddl Aprea-Ghizzoni. Il governo Monti e il parlamento uscente, sconfessato in piazza e nelle scuole da milioni di insegnanti, studenti e cittadini, prova a far passare la privatizzazione attraverso la discriminazione tra scuole più o meno meritevoli di ricevere i finanziamenti pubblici, che secondo quanto previsto dalla legge di stabilità dovrebbe essere applicata dal 2014.
La scuola pubblica è un bene comune, che garantisce un diritto fondamentale, proprio come lo sono la sanità pubblica e la gestione pubblica dell’acqua. Ci sentiamo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità, come la scuola tagliata e ridotta ai minimi termini, e alla cittadinanza che ha chiesto con forza di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico e che vede oggi inattuato il risultato referendario. Chiediamo:
Il rifinanziamento della scuola pubblica statale, restituendo gli otto miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi e portando il finanziamento in linea con i paesi Ocse. Basta finanziamenti alle scuole private! Questo consentirebbe di rilanciare la qualità dell’istruzione pubblica, diminuendo il numero degli alunni per classe, provvedendo agli interventi edilizi di messa in sicurezza e di adeguamento dimensionale degli istituti, aumentando gli stipendi degli insegnanti e dei lavoratori e garantendo l’accesso a percorsi di formazione permanente.
L’assunzione dei precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti, ottemperando alla normativa europea che impone la stabilizzazione dei lavoratori che lavorano da oltre tre anni a tempo determinato nelle scuole.
Il blocco dei progetti di privatizzazione e aziendalizzazione degli istituti scolastici, a partire dal disegno di legge Aprea – Ghizzoni, per una scuola pubblica democratica, laica e pluralista, che garantisca a tutte e tutti una formazione di base e specialistica critica e indipendente dagli interessi del profitto privato.
La disdetta del patto sulla produttività e la sua non applicazione al pubblico impiego. Tale accordo scellerato è la via attraverso cui si vuole reintrodurre quello che il movimento ha già rigettato, cioè l’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario.
L’abrogazione dell’articolo 1, comma 149 della legge di stabilità che vorrebbe differenziare in base al “merito” i finanziamenti alle scuole, lasciando ancora più indietro le situazioni di disagio sociale, ed imponendo sistemi di valutazione che nulla hanno a che vedere con il ruolo istituzionale della scuola pubblica.
Facciamo appello alle organizzazioni sindacali che condividono la piattaforma, all’intero mondo del lavoro e della cultura, alle studentesse e agli studenti, ai lavoratori, le lavoratrici e gli utenti della Sanità pubblica, al Forum italiano dei movimenti per l’acqua e alle/ai cittadini che hanno partecipato alla vittoria referendaria, affinché convergano sulla manifestazione per farla diventare una grande giornata di lotta unitaria in difesa dei beni comuni fondamentali. Facciamo infine appello a tutte le forze politiche che hanno a cuore la difesa e il rilancio della scuola pubblica statale come fulcro del diritto costituzionale all’istruzione per tutte e per tutti, a sottoscrivere i quattro punti di piattaforma della manifestazione e a parteciparvi.
Corteo nazionale a Roma – 2 febbraio 2013, ore 14
Coordinamento Nazionale Scuola
Martedì 18 Dicembre abbiamo discusso:
Abbiamo infine iniziato a parlare dell’ora di religione nella scuola pubblica.
(a cura del coordinamento scuole di Roma)
Il precario Ubaldo prima del 2008 otteneva annualmente un incarico dal provveditorato. Poi è stato licenziato dal Ministro Gelmini, ma dieci anni fa si era abilitato sostenendo concorsi ed esami di stato e mandando avanti la scuola con il suo lavoro qualificato. Ora il Ministro Profumo bandisce un concorso per giovani quarantenni, con un quizzone preselettivo e punteggi dati a chi ha pubblicazioni scientifiche, non a chi lavora da anni a scuola. Se le affermazioni precedenti sono vere, allora è evidente che:
Chi rifiuta la privatizzazione della scuola e di vedere calpestati i propri diritti è un corporativo. Chi non vuole 2 ore in più a settimana lavorandone già ben oltre rifiuta l’innovazione. Chi è corporativo e chi non vuole l’innovazione va cacciato. Se le affermazioni precedenti sono vere, allora:
A SIT IN is:
Coordinamento cittadino delle scuole di Roma
Precariato nella scuola: ATA e docenti. L’opposizione al concorso.
Martedì 4 Dicembre abbiamo discusso della condizione dei precari e delle precarie, docenti e non docenti.
Abbiamo parlato ancora dell’assurdità del concorsino-truffa alle porte per le/gli insegnanti: oltre 320.000 aspiranti per 11.000 posti.
La lettura della lucida analisi di Chris Hedges sul sistema scolastico (e sociale) degli Usa, (“Perchè gli Stati Uniti distruggono il loro sistema scolastico“) basato sui quiz standardizzati.
Poi la telefonata di un ascoltatore pone il tema della comunanza di obiettivi tra studenti e insegnanti.
L’attacco del governo al contratto collettivo nazionale della scuola
Martedì 16 ottobre si è parlato del recente DL sulla “stabilità” che impone le cattedre a 24 ore per tutti i/le docenti e le sue nefaste conseguenze sulla qualità del lavoro.
Ecco il confronto con l’Europa: orario cattedre e retribuzioni.
Scoprite cosa ci avvicinerebbe all’Europa…
Potete riascoltare la puntata qui.