Puntata n°49 (10 dicembre 2013): Emma Castelnuovo e la rivoluzione nella didattica della matematica

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“La scuola di tutti i giorni non è stata mai sottoposta a controlli ministeriali e noi abbiamo quindi continuato a lavorare in piena libertà e serenità”.

 Usare del materiale significa che l’insegnante deve essere pronto a studiare e informarsi, e a dire agli allievi <Non lo, ci penso>

Non si dimenticano le cose che si sono viste e su cui si è operato”

 Consigli a chi comincia ad insegnare? Non avere mai fretta! Tutti pensano al programma ma io dico: non è importante svolgere per forza tutto il programma. L’importante è che tutti capiscano, che fra gli studenti si possano aiutare. Non si deve andare avanti finché l’ultimo non ha capito“.

Il voto, questo flagello

Festeggiamo, insieme a Nicoletta Lanciano e Franco Lorenzoni, i 100 anni della grande ricercatrice italiana di didattica della matematica.  Licenziata nel 1938 dalla biblioteca del Dipartimento di matematica perché ebrea, non ammessa all’insegnamento per lo stesso motivo, cacciata nel 1949 da un congresso di matematici perché professoressa poco ortodossa, Emma Castelnuovo viaggerà da Roma a Sèvres, poi Bruxelles e Madrid, il Niger, l’approdo a Cenci. Quali sono gli aspetti rivoluzionari che ha introdotto nell’insegnamento (nella scuola media, dal ’44 al ’79 ) della materia più impopolare che ci sia? Cosa rimane delle sue lezioni sulla libertà nell’insegnamento, sul diritto all’uguaglianza tra studenti e studentesse nella scuola pubblica, sulla necessità dello sporcarsi le mani, sul valore della fantasia e dell’originalità?

Ascolta qui la trasmissione.

Qui la lectio magistralis del 15 marzo 2007

Qui la sua didattica della geometria

Qui la biografia